Nei prossimi tre anni le banche europee rischiano perdite su crediti per 400 miliardi di dollari

L’impatto macroeconomico del COVID-19 metterà a dura prova l’industria europea dei servizi finanziari. Nei prossimi 3 anni il sistema bancario europeo (Unione Europea e Regno Unito) vedrà le perdite su crediti più che raddoppiare, salendo da una media di 160 a 400 miliardi di euro annui. Una cifra che potrebbe raddoppiare, arrivando a 800 miliardi di euro, nel caso si dovesse ricorrere a un secondo lockdown diffuso per fermare la pandemia.

Le perdite su crediti stimate sono comunque meno del 40% delle perdite registrate durante la crisi finanziaria globale del 2008-2010 e circa sullo stesso livello di quelle avvenute nel 2012-2014.

A sostenerlo è il nuovo report sull’industria bancaria europea di Oliver Wyman, società di consulenza globale, intitolato Aim for Revival. Not just Survival..

Inoltre si prevede una diminuzione dei ricavi del settore di 30 miliardi di euro da qui al 2022, per il calo dei margini di interesse netti e delle commissioni sia nel segmento retail che in quello commerciale.

Lo studio disegna il futuro scenario delle banche nell’Unione Europea e nel Regno Unito. Si stima che il 5% delle banche europee saranno in difficoltà nel 2022, con il capitale sotto i livelli minimi e una redditività troppo debole. Oltre metà del capitale del sistema si troverà in banche che sono in una situazione di “limbo”: istituti con riserve sufficienti per soddisfare i requisiti regolamentari, ma con ricavi bassi, elevata esposizione a ulteriori impatti sul capitale, avversione al rischio nel concedere credito e difficoltà nel finanziare interventi di trasformazione.

Il COVID-19 dovrebbe inoltre ampliare le differenze tra le industrie bancarie europee, che già oggi presentano strutture molto differenti l’una dall’altra. Le banche italiane, che partono da livelli di NPE ratio relativamente più elevati e che operano in una delle economie che ha subito l’impatto più forte, saranno messe a dura prova. 

Christian Edelmann, co-Head of EMEA Financial Services di Oliver Wyman, dichiara: “Non crediamo che la pandemia farà a pezzi il settore bancario europeo, ma di certo finirà per spingere molte banche in una situazione di limbo, con ritorni molto ridotti.”

“C’è bisogno di un’attività di ristrutturazione intensa e ciò richiederà una stretta collaborazione con i policymaker e i regolatori. Sarà necessario trovare un accordo su piani di trasformazione con un impatto sul capitale nel breve termine, e sostenere l’accelerazione dei processi di consolidamento e della creazione di un mercato bancario unico. L’alternativa è un sistema che fatica a supportare la crescita economica e resta indietro rispetto al resto del mondo.”

Claudio Torcellan, partner e responsabile Financial Services Sud Est Europa di Oliver Wyman commenta: “Già nel nostro report dell’anno scorso sostenevamo che le banche italiane erano su un piano inclinato per l’effetto combinato del contesto recessivo, della curva dei tassi piatta e degli impatti della tecnologia. La pandemia aumenta l’inclinazione del piano e richiederà azioni più incisive da parte delle banche italiane per quanto riguarda sia il consolidamento che la digitalizzazione del modello di funzionamento. Tutte cose che abbiamo iniziato ad osservare accadere anche prima della pandemia e che dunque depongono a favore della capacità del sistema bancario italiano di reagire.”

Il report illustra anche le azioni che le banche dovranno intraprendere per sopravvivere: una significativa riduzione dei costi e del bilancio, e al contempo un rafforzamento quali-quantitativo dei modelli di gestione degli NPE. Conclude che se l’Europa vuole effettivamente costruire un sistema bancario moderno e resiliente, che possa sostenere le comunità maggiormente colpite dal COVID-19, e accelerare la transizione “green”, sarà necessario uno sforzo collettivo, supportato da una visione politica topdown. Infine gli esperti di Oliver Wyman mettono in guardia sulle conseguenze per l’industria di un fallimento dell’Europa in quest’ambito. 


Sul report

L’European Banking Outlook di Oliver Wyman prende in considerazione gli accantonamenti, gli attivi ponderati in base al rischio, gli utili e altre metriche chiave del settore bancario, con una visione ampia a livello di settore e granulare su alcuni paesi, per prevedere utili e bilanci delle banche in 9 paesi europei: Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Olanda, Italia, Svezia, Grecia e Portogallo. 

Oliver Wyman

Oliver Wyman è leader globale nella consulenza manageriale. Con uffici in più di 60 città in 29 Paesi, Oliver Wyman unisce una profonda conoscenza di settore a competenze specializzate in strategia, operazioni, gestione del rischio e trasformazione dell’organizzazione. L’azienda si avvale di più di 5.000 professionisti in tutto il mondo per aiutare i clienti a ottimizzare il proprio business, migliorare le operazioni, il profilo di rischio e la performance per cogliere le migliori opportunità disponibili. Oliver Wyman è un’azienda sussidiaria interamente controllata da Marsh & McLennan Companies [NYSE: MMC]. 

Per ulteriori informazioni, www.oliverwyman.com

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