Le banche italiane hanno investito gli ultimi 10 anni cercando di riprendersi dalla crisi finanziaria, ma i suoi effetti continuano a pesare notevolmente sul settore: la profittabilità rimane bassa e difficilmente sostenibile nel lungo termine, e lo stock di crediti deteriorati (NPL) è rilevante. Inoltre, rispetto alle banche europee, le istituzioni italiane sono mediamente sottodimensionate e accusano un ritardo nel processo di digitalizzazione.
A questa situazione, si unisce la duplice minaccia di una potenziale crisi globale e di altre crisi locali, e il crescente interesse delle grandi aziende tecnologiche verso i servizi finanziari: uno scenario che quindi fa prevedere per le banche italiane nuove difficili sfide.
Tuttavia non è tardi per poter rilanciare il settore bancario italiano e secondo il nostro studio sono due i possibili percorsi per arrivare alla meta: puntare sulle dimensioni per sfruttare le economie di scala, oppure concentrarsi sull’agilità del modello di business.
Una teoria che permette di applicare la formula della dinamica: Forza uguale Massa per Accelerazione. In un contesto sempre più sfidante, sarà infatti la crescita in termini dimensionali (“Massa”) o il miglioramento della performance (“Accelerazione”) a determinare la “Forza”, e cioè la competitività, degli istituti di credito del nostro paese.