Climate Change: per l’industria dei servizi finanziari è una sfida che vale un trilione di dollari

Riallocando risorse a favore di aziende e investimenti “green”, gli istituti finanziari possono ridurre i rischi e accrescere i potenziali guadagni  

Se a livello globale verranno adottate misure drastiche per rallentare il cambiamento climatico, quali ad esempio una carbon tax, l’industria dei servizi finanziari rischierà perdite fino a 1 trilione di dollari. Banche, compagnie assicurative e asset manager hanno però la possibilità di ridurre questi rischi e potenzialmente di incrementare gli utili, riallocando capitali in favore di investimenti e imprese sostenibili. I player che si muoveranno più in fretta saranno in vantaggio nell’intercettare le entrate potenziali legate agli investimenti sostenibili e al finanziamento della transizione energetica - oggi valutate globalmente in circa 40 miliardi di dollari, ma che dovrebbe arrivare a 100-150 miliardi di dollari nei prossimi anni.

Sono alcune delle conclusioni di Climate Change: Three Imperatives for Financial Services, il nuovo report sulla finanza sostenibile della società di consulenza globale Oliver Wyman. Lo studio rileva che mentre un numero crescente di istituti bancari si sta muovendo per riallocare il proprio capitale, meno del 10% lo fa utilizzando un approccio concreto basato sui dati. Le banche non possono però rischiare di rimanere indietro: studi recenti rivelano come l’economia verde richiederà nei prossimi anni fino a 6 trilioni di dollari di capitali.

Il report evidenzia tre raccomandazioni affinché le banche possano affrontare al meglio il climate change: 

1.       Agire sui rischi. Lo studio analizza nel dettaglio il potenziale impatto di una carbon tax, stimando che potrebbe portare perdite di credito fino a 1 trilione di dollari, ed esplora altre tipologie di rischio legate al clima. Nonostante tante incertezze, è infatti evidente quanto questi rischi siano concreti, ma solo un numero limitato di imprese ne sta tenendo conto in maniera sistematica nei propri processi decisionali.

2.       Cogliere l’occasione. Il report descrive il mercato della finanza sostenibile e stima in oltre 100 miliardi i potenziali nuovi ricavi legati a investimenti, finanziamenti, analisi dei dati e servizi di advisory. Chi saprà muoversi in anticipo e operare su più fronti, dando forma al mercato in evoluzione, sarà meglio posizionato per uscire vincitore.

3.       Cambiare passo nell’allocazione dei capitali. La pressione di investitori, clienti e regolatori sulle società finanziarie è in crescita in molti mercati. Per affrontare la situazione, le imprese devono assumere un atteggiamento proattivo nelle scelte di investimento e perseguire la riduzione dell’intensità di carbonio nei portafogli. Cosa ancora più importante, questa è un’opportunità per l’intero settore di assumere un ruolo chiave in una delle questioni più importanti dei nostri tempi.

James Davis, Partner e tra i principali autori dello studio, dichiara: “L’industria finanziaria può avere un impatto significativo nell’accelerare la transizione alla green economy, allocando il capitale su quelle imprese e tecnologie che la traineranno. Le nostre analisi dimostrano che ci sono valide ragioni economiche per agire – i rischi finanziari sono concreti, e la finanza sostenibile è attualmente una delle aree più promettenti per la crescita dei ricavi. Questa è un’opportunità per il comparto per guidare il cambiamento.”

Claudio Torcellan, partner e responsabile Financial Services Sud Est Europa di Oliver Wyman, dichiara: “Le principali banche e assicurazioni italiane stanno lavorando da tempo per integrare le logiche ESG nei loro modelli di business e di controllo dei rischi. Per quanto riguarda il climate change, le istituzioni finanziarie più avanzate stanno sviluppando metodologie per la misurazione dei rischi connessi al cambiamento climatico – metodologie complesse in quanto tali rischi sono nuovi e dunque non ci sono serie storiche affidabili, hanno impatti diversi per i diversi settori industriali e sono di carattere non lineare – e poi modificando di conseguenza le strategie creditizie e di investimento. Banche e assicurazioni di medie e piccole dimensioni stanno iniziando tale percorso.

Sull’analisi

Lo studio ha modellato il possibile impatto di una carbon tax. Il risultato di 1 trilione di dollari deriva dall’analisi di due dei settori più colpiti: la produzione di energia e l’oil & gas, ipotizzando una tassa pari a 50 dollari per ogni tonnellata equivalente di Co2 prodotta. Assieme, questi due settori sono responsabili per circa il 40% delle emissioni di gas serra globali. I risultati hanno dimostrato che, in media, in questi settori la probabilità di default aumenta di due o tre volte, con un impatto molto diverso sulle aziende, sia tra i vari settori che all’interno degli stessi. Questo potrebbe comportare perdite tra i 50 e i 300 miliardi di dollari sul debito in essere nei due settori. Estrapolando i numeri e applicandoli al sistema economico nel suo complesso, abbiamo calcolato che almeno 1 trilione di dollari sarebbe a rischio. 


Oliver Wyman

Oliver Wyman è leader globale nella consulenza manageriale. Con uffici in più di 60 città in 29 Paesi, Oliver Wyman unisce una profonda conoscenza di settore a competenze specializzate in strategia, operazioni, gestione del rischio e trasformazione dell’organizzazione. L’azienda si avvale di più di 5.000 professionisti in tutto il mondo per aiutare i clienti a ottimizzare il proprio business, migliorare le operazioni, il profilo di rischio e la performance per cogliere le migliori opportunità disponibili. Oliver Wyman è un’azienda sussidiaria interamente controllata da Marsh & McLennan Companies [NYSE: MMC]. 

Per ulteriori informazioni, www.oliverwyman.com

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